I materiali lapidei storici come bene culturale
A causa del loro diffuso utilizzo fin dai tempi antichi, ma anche come strumenti di vita quotidiana, i materiali lapidei storici per l’architettura sono un immenso patrimonio di beni culturali da valorizzare e salvaguardare.
Il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (“Codice dei beni culturali e del paesaggio”) elenca infatti, all’art. 10 c. 3d), tra gli oggetti definibili come beni culturali, “le cose immobili e mobili, a chiunque appartenenti, che rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell’arte, della scienza, della tecnica, dell’industria e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell’identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose”.
Non è possibile studiare un bene architettonico o artistico prescindendo da un’adeguata conoscenza dei materiali impiegati.
In particolare, nel caso dei materiali lapidei occorre studiare:
provenienza, caratteristiche mineralogico-petrografiche, proprietà fisico-meccaniche, modalità di lavorazione e di messa in opera e, infine, tipi di degrado.
I materiali lapidei storici e il restauro
La necessità di utilizzare, in alcuni interventi di restauro, i materiali provenienti dal sito estrattivo originario e non quelli che possono sembrare soltanto paragonabili ad un esame superficiale richiede quindi un’approfondita conoscenza del maggior numero possibile di informazioni relative al materiale lapideo inteso come bene culturale esso stesso, come documento capace di portare con sé informazioni di tipo fisico, chimico, storico, estetico, cioè – più in generale – culturale.
Abbazia di Lucedio (VC): particolare di altare laterale con specchiature in arabescato orobico
e macchiavecchia svizzera danneggiate dall’umidità